Snack salati, uno tira l'altro

Snack salati, uno tira l'altro

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    Oltre al pane, nei secoli la creatività di massaie e fornai ha fatto sì che arrivassero oggi a noi tantissimi gioielli di gusto e sfiziosità da tutto lo stivale. Pensiamo ai grissini o gherssin, ovvero "piccolo pane" in piemontese, bastoncini di pane croccanti e leggeri, ai taralli della Puglia, nati in periodo di carestia, mescolando gli ingredienti che si avevano in casa per sfamare i propri cari, o alle ferratelle abruzzesi, dalla tipica forma a cialda come i famosi waffles, di origine addirittura romana e più avanti preparati esclusivamente per le famiglie nobili. Il ferro per la cottura delle ferratelle, chiamato ferre, era intarsiato con lo stemma della famiglia e veniva portato in dote dalla sposa.

    La parola snack è di origine olandese, e significa "morso" o "boccone". Fu introdotta in inglese nel XIX secolo, e si riferiva a un piccolo pasto consumato tra i pasti principali. Col tempo, il termine ha acquisito il significato più ampio di "alimento consumato in una sola volta". Oggi, è utilizzato per descrivere una vasta gamma di alimenti, spesso consumati come spuntini o come accompagnamento a pasti principali, pratici e veloci per consumare calorie e nutrienti, e soddisfare un po' di fame tra i pasti in una dieta equilibrata.

    Per questo qualnque sia la tua esigenza alimentare, scegli tu qual è il tuo snack preferito!

    L'importante è sempre leggere bene gli ingredienti in etichetta e la loro provenienza. Ma più di tutto, fai attenzione alla quantità di saleL'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di consumare non più di 5 grammi di sale al giorno, pari a circa 2 grammi di sodio. Questo limite è stato stabilito sulla base di studi che hanno dimostrato che un consumo eccessivo di sale può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, ictus, insufficienza renale e osteoporosi. In Italia, si stima che il consumo medio di sale sia di circa 9-12 grammi al giorno, quindi ben superiore al limite raccomandato dall'OMS. Questo eccesso è dovuto principalmente al consumo di alimenti trasformati, sempre più spesso presenti sulle nostre tavole.

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